Il punto di vista della nostra volontaria SVE Violette Jacobs
Il 14 settembre 2016, dinanzi al Parlamento Europeo, il Presidente Juncker ha parlato, in occasione del suo discorso annuale sullo stato dell’Unione Europea, di un nuovo Programma, denominato “Corpo Europeo di Solidarietà”.
Che cos’é? E’ “la nuova iniziativa dell’Unione Europea che offre ai giovani opportunità di lavoro o di volontariato, nel proprio Paese o all’estero, nell’ambito di progetti destinati ad aiutare le comunità o le popolazioni in Europa”.
Ai giovani tra i 17 e 30 anni che risiedono in un Paese dell’Unione europea o 5 paesi partner verrà data la possibilità di impegnarsi come volontari ma anche per lavoro o tirocinio per la costruzione di un’Europa più inclusiva, collaborando con persone più vulnerabili e più in generale per rispondere ai problemi sociali del Continente. I settori saranno vari: l’inclusione, l’accoglienza e integrazione dei rifugiati e migranti, la cittadinanza e partecipazione democratica, la prevenzione e gestione delle catastrofi, la protezione dell’ambiente e della natura, la salute e il benessere, l’istruzione e la formazione, l’occupazione e l’imprenditorialità, la creatività e la cultura e lo sport.
Il Corpo Europeo di Solidarietà è diviso sostanzialmente in 2 sezioni. La prima è la parte relativa al volontariato, e offre ai giovani l’opportunità di svolgere un progetto di volontariato europeo in un altro Paese per un minimo di 2 mesi e un massimo di 12 mesi. Questa parte è chiaramente ispirata al Servizio Volontario Europeo (SVE).
La grande novità è dunque la seconda parte, relativa all’occupazione, che dovrebbe offrire ai giovani opportunità di lavoro, tirocinio o di apprendistato in diversi settori con contratti di lavoro e retribuzione.
Come fare per partecipare? Il programma è ancora in fase di costruzione, quindi per ora l’unica cosa possibile da fare per un giovane interessato è creare un profilo sulla piattaforma ufficiale ( https://europa.eu/youth/solidarity_it ).
E’ opportuno, tuttavia, notare che una parte delle associazioni e attori del settore della mobilità europea si sono mobilitati contro questo nuovo programma, creando a tal proposito un sito web e una petizione online, con l’obiettivo di “salvare lo SVE” (https://savetheevs.eu/it/). Secondo i firmatari della petizione, il Corpo Europeo di Solidarietà privilegia la quantità anziché la qualità: i volontari saranno più numerosi; i fondi disponibili per ogni mobilità saranno di meno; le organizzazioni di invio e coordinamento saranno eliminate. Ciò rappresenta, a loro avviso, la fine delle priorità dell’Unione Europea, che attraverso Erasmus+ ha sempre cercato di favorire l’inclusione di giovani con minori opportunità. Il nuovo approccio sembra essere in contrasto con i valori di inclusione e di solidarietà, parola, quest’ultima, che fa parte addirittura del nome del programma.
Il cambiamento potrebbe far perdere molte delle conoscenze, competenze ed esperienze che tante organizzazioni in vent’anni hanno accumulato e grazie alle quali lo SVE si è affermato come un programma di qualità.
Come molti, anche noi siamo ancora in cerca di risposte e di comprensione su questa novità. Non siamo chiusi all’innovazione e alle novità, ma non siamo pronti a sacrificare la qualità delle nostro lavoro e i valori che sono alla base della mobilità europea. Una cosa è certa, anche se abbiamo dubbi, nell’ambito del nostro progetto SVE qui a Sant’Antonio Abate, continueremo ad essere pronti e sempre disponibili per lavorare con i giovani del nostro territorio per l’arricchimento personale, collettivo e comunitario grazie alla mobilità europea, per un’Europa sempre più inclusiva e solidale, indipendentemente da cosa decideranno i burocrati di Bruxelles.
Violette Jacobs, volontaria SVE del progetto YOUTHink Together di Futuro Digitale